17.6.05

NEV 17 giugno 2005

Referendum La Commissione bioetica della Tavola Valdese a favore del "Sì"

I docenti della Facoltà valdese contro il “non voto”, i luterani non hanno preferenze





Roma (NEV), 8 giugno 2005 – Il 4 giugno la Commissione bioetica della Tavola valdese ha pubblicato una presa di posizione in riferimento ai quesiti referendari sulla procreazione medicalmente assistita, in cui sostiene che “l’attuale normativa relega in una condizione di illiceità e di peccato le coppie e gli operatori sanitari motivati da scelte di assoluta responsabilità”, mentre è dell'opinione che “l’accoglimento dei requisiti referendari non lede le convinzioni e le coscienze di chi è favorevole all’attuale legge".

Il i professori della Facoltà valdese il 3 giugno hanno invece ribadito l'importanza di recarsi alle urne: “Dialogare in un libero e leale confronto ideale, convincere e farsi convincere, e lasciare poi la piena libertà di espressione della propria convinzione: tale è l'invito che vorremmo rivolgere a tutti quelli che hanno una posizione da fare valere nel dibattito”.

Invece nell’ambito della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) non vi è stata una discussione approfondita sui quesiti referendari, né si è arrivati ad una posizione definitiva, ha fatto sapere il decano Juergen Astfalk, lasciando piena libertà di voto o non-voto ai fedeli.

Intanto da più parti giungono prese di posizioni delle chiese locali in riferimento al referendum, tra cui quella del XVI Circuito che raggruppa le chiese valdesi e metodiste dell'intera Sicilia, che invita ad "andare a votare con libera coscienza e illuminati dalla fede", nonché quella dei membri della chiesa valdese di Reggio Calabria e del Centro Interculturale "Albert Schweitzer", che ricordano l'importanza civile della consultazione referendaria e quindi il "dovere di andare a votare".




Il segretario del CEC Samuel Kobia a Roma incontrerà gli evangelici italiani
Prevista una conferenza al tempio valdese di piazza Cavour sulle chiese migranti





Roma (NEV), 8 giugno 2005 - Dal 13 al 16 giugno è atteso in Vaticano il pastore metodista Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) con sede a Ginevra, cui fanno capo più di 340 chiese evangeliche, ortodosse ed anglicane in tutto il mondo. L'incontro con Benedetto XVI sarà il primo incontro di Kobia con un papa da quando è stato eletto segretario generale del CEC nel 2004.

Il pomeriggio di martedì 14 giugno Kobia avrà modo di incontrare gli esecutivi delle chiese membro del CEC in Italia e i professori della Facoltà valdese di teologia . Prevista anche una conferenza pubblica nel tempio di piazza Cavour alle 18.15 su: "Le chiese migranti e il protestantesimo europeo nel XXI secolo”.

Comunicati stampa sulla visita di Kobia a Roma saranno via via diffusi dalla nostra Agenzia stampa. A breve sarà anche comunicata una conferenza stampa con il segretario generale del CEC.




Eletto il nuovo segretario generale della Conferenza delle chiese europee
L'arcidiacono anglicano Colin Williams prenderà servizio da dicembre 2005





Roma (NEV), 8 giugno 2005 - L'arcidiacono anglicano di Lancaster, Colin Williams, dal dicembre prossimo succederà al pastore battista Keith Clements, che dopo 8 anni di servizio presso la Conferenza delle chiese europee (KEK) come segretario generale, andrà in pensione a fine anno. "Sono felice di poter lavorare nella squadra della KEK", ha dichiarato Williams, eletto lunedì 6 giugno dal Comitato centrale della KEK, riunito dal 3 al10 giugno a Aghios Nikolaos, a Creta (Grecia). "L'Europa si trova oggi ad un crocevia. In ogni parte del continente donne e uomini discutono per sapere quale Europa dobbiamo costruire. Le chiese europee hanno un contributo particolare da portare a questo dibattito, sostenendo l'idea di un'Europa aperta, compassionevole, giusta, e soprattutto in contatto con il suo patrimonio spirituale", ha tenuto a sottolineare il neoeletto segretario generale della KEK.




Una nuova fase del dialogo interreligioso

A Ginevra una Conferenza interreligiosa promossa dal CEC





Roma (NEV), 8 giugno 2005 - Dare un nuovo impulso al dialogo interreligioso; passare dal dialogo all’azione comune: sono questi gli obiettivi della conferenza promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) apertasi ieri, 7 giugno, a Ginevra (Svizzera), che si concluderà il 9. All’incontro – significativamente intitolato “Un momento critico del dialogo interreligioso” - partecipano folte delegazioni, oltre che di cristiani, di musulmani, ebrei, buddisti, induisti e di altre comunità di fede. Complessivamente sono presenti oltre 130 rappresentanti religiosi di tutto il mondo. “La questione non è più se abbiamo bisogno del dialogo interreligioso – spiega il catholicos armeno (Chiesa apostolica armena) Aram I, moderatore dell’incontro – ma come traduciamo il dialogo in azione comune”.

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