SEMINARISTA CALDEO COLPITO A BAGHDAD
Lunedì 6 marzo 2006
In una Baghdad atterrita dall’ondata di violenza che appare ormai incontenibile e scossa da quattro esplosioni che in diverse zone della città, e solo nelle ore mattutine, hanno di fatto, e per l’ennesima volta, confermato quanto altrove si nega: è guerra civile, altre notizie allarmanti hanno scosso la comunità cristiana della capitale.
Ambedue parrebbero legate non tanto alla precisa volontà di nuocere quanto piuttosto alla fatalità che in questa parte del mondo, però, è sempre più spesso legata alla morte.
La prima è che l’auto che trasportava un vescovo caldeo, nonché Patriarca Vicario, Monsignor Shleimun Warduni, è stata colpita nei pressi della sede patriarcale nel centralissimo quartiere di Al Mansour, da soldati americani che hanno fatto fuoco colpendone le gomme. Fortunatamente Monsignor Warduni è illeso, ma si può immaginare con quale animo la notizia di questa sparatoria accidentale sia stata accolta da una comunità che si sente sempre più accerchiata e messa in un angolo.
Tanto più che all’una e trenta il tam tam telefonico ha riferito di un altro attacco, questa volta per mano ignota, e forse anch’esso accidentale, che ha colpito un giovane seminarista caldeo.
Ivan, questo è il nome del giovane, stava rientrando nel Seminario minore caldeo, nel quartiere settentrionale di Al Suleikh, quando un colpo di mortaio è caduto proprio davanti la porta del seminario, nel cortile interno, aprendo un grosso buco sul selciato e distruggendo la parte posteriore dell’auto in cui il seminarista si trovava.
Colpito da una scheggia in testa il giovane è stato subito portato in ospedale dove la scheggia è stata rimossa, ma dove rimarrà per ventiquattro ore in osservazione.
Una normale giornata a Baghdad. Commenti: nessuno.
Luigia Storti
7.3.06
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