16.8.06

USA & GB VERSUS Iran: una prospettiva TRANSCEND

Johan Galtung
21 giugno 2006

Diagnosi
Vi sono ovvie analogie con la questione USA/GB vs Iraq, ma forse questa volta è meno ovvio che la GB interverrà o svolgerà un ruolo importante (“The Downing Street Memorandum”)
Gli scopi degli USA sembrano essere diversi, come questi nove:
- cambio di regime, come nel 1953, possibilmente anche con il ristabilimento della famiglia dello Scià, sempre che gli iraniani lo accettino;
- controllo politico del Medio Oriente, per paura che il controllo passi da USA/Israele a Iran- Hamas e all’Islam radicale sciita;
- vendetta per i 52 ostaggi e i 444 giorni di umiliazione;
- eliminare ogni minaccia iraniana al progetto politico USA/GB in Iraq;
- eliminare ogni minaccia iraniana a Israele, nucleare o meno, stando alle affermazioni del presidente Ahmadinejad;
- assicurarsi il flusso del petrolio iraniano a prezzi convenienti;
- proteggere l’uso del dollaro contro l’euro nel mercato petrolifero;
- espandere ulteriormente le basi militari per accerchiare Russia e Cina;
- eliminare qualsiasi capacità nucleare iraniana.
L’ultimo obiettivo è quello ufficiale, gli altri sono nascosti. Tale obiettivo può anche essere un pretesto, ad uso dell’opinione pubblica - come la connessione armi di distruzione di massa/Al Qaeda nel caso dell’Iraq - privo di fondamento.
L’obiettivo dichiarato dell’Iran è il diritto riconosciuto dal TNP (trattato di non proliferazione) di arricchire l’uranio per scopi industriali, per esempio per diversificare le fonti energetiche. Gli obiettivi nascosti comprendono:
- mai più un 1953! Sovranità, mai più umiliazione/intervento esterno;
- circondato da tre potenze nucleari e altre tre, USA/Israele/Francia, che lo minacciano, è comprensibile che cerchi di dotarsi dell’opzione nucleare;
- con il dollaro in caduta è comprensibile l’opzione per l’euro;
- solidarietà tra sciiti e islam in un mondo diviso dall’Occidente;
- un dialogo tra civilizzazioni aperto, ad alto livello con l’Occidente.

Prognosi
Vi è materia sufficiente per scatenare una guerra, se lo si vuole, con incursioni aeree senza l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza (le sanzioni economiche sono meno probabili perché colpirebbero l’Occidente più che l’Iran). Ma Bush può fare questa scelta economicamente e Blair politicamente? La risposta è probabilmente no. E le incursioni aeree possono portare a degli attacchi sul suolo USA/GB con potenti ordigni confezionati in loco e fatti esplodere a distanza. Un attacco via terra comporterebbe una resistenza tale da far apparire quella in Iraq come una festicciola; un’opportunità che qualcuno desidererebbe. La chiusura dello Stretto di Hormutz sarebbe una risposta minima.

Terapia
Le chiavi per vie d’uscita accettabili e sostenibili si trovano negli obiettivi nascosti, non in quelli dichiarati. Per quanto riguarda l’arricchimento dell’uranio, le ispezioni dell’IAEA potrebbero essere utili. Ma è difficile che l’Iran le accetti, quando Israele e l’India hanno effettuato l’arricchimento per scopi militari senza alcuna ispezione. A meno che gli USA invertano la loro politica nei confronti di Israele e dell’India, come fecero durante la crisi di Cuba del 1962 con la politica del “tit-for-tat” (colpo su colpo) quando ritirarono i missili dalla Turchia.
E’ indice della povertà spirituale dell’Occidente che l’ovvia via di uscita non sia percorsa: Bush-Blair che chiedono scusa per il colpo di stato compiuto da CIA-M16 nei confronti del primo ministro Mossadegh, legalmente eletto, e il sostegno durato 25 anni all’autocrazia dello Scià; e insieme costituiscono una commissione d’inchiesta per far luce su quanto avvenuto. E Bush-Blair accettano l’invito dall’ex presidente, Khatami, a un dialogo aperto, ad alto livello, utilizzando anche a tale scopo l’Alleanza delle Civilizzazioni tra Spagna-Turchia-ONU. Non è necessario sottolineare che un minimo di verità è necessaria per far luce sul passato, prima di passare pragmaticamente e apertamente a cooperare per un futuro pacifico.
Fatto questo, quasi certamente si aprirà la strada per il negoziato, compreso quale stato di Israele potrebbe essere accettato dall’Iran, come, per esempio, l’Israele del 4 giugno 1967? (Ma non l’Israele attuale).
L’onere sta all’Occidente. Solo i deboli non ammettono gli errori del passato.
Gli anglo-americani sono sufficientemente forti? O sono talmente dipendenti dalla belligeranza che preferiscono un errore ancora più grande?


Titolo originale: USA & UK versus Iran: A Transcend perspective,
http://www.transnational.org/forum/meet/2006/Galtung_Iran.html
Traduzione a cura del Centro Studi Sereno Regis

Nessun commento: