BAGHDAD, martedì, 12 settembre 2006 (ZENIT.org).-
Il Patriarca di Babilonia dei Caldei ha confermato
che padre Saad Syrop Hanna, sequestrato il 15
agosto scorso a Baghdad, è stato rilasciato
lunedì.
“Padre Hanna sta bene, è a casa sua e adesso potrà
finalmente riprendere il suo lavoro nella
parrocchia di Baghdad”, ha dichiarato Sua
Beatitudine Emmanuel III Delly all’agenzia
missionaria ”Misna”. Non sono ancora note le
circostanze della liberazione.
“È stato liberato e sta bene, questa è l’unica
cosa che conta adesso”, ha sottolineato il
Patriarca caldeo esprimendo gioia per la “buona
notizia” e ringraziando “tutti coloro che si sono
mobilitati per arrivare al rilascio di padre
Hanna”.
Nella solennità mariana dell’Assunzione, il 15
agosto, padre Saad Syrop Hanna – di 34 anni –
stava tornando a casa dopo aver celebrato la Messa
nella chiesa di St. Jacob a Baghdad – nel
distretto di Al Dora – quando è stato fermato da
tre uomini armati.
Pochi giorni dopo, Benedetto XVI ha espresso la
sua vicinanza alla sofferenza delle vittime
irachene ed ha chiesto ai sequestratori la
liberazione del sacerdote.
Con il passare del tempo, la preoccupazione è
cresciuta nella comunità cristiana di Baghdad,
perché i sequestri che hanno coinvolto i religiosi
nel Paese sono sempre durati molto poco.
Subito dopo il sequestro, si sono succeduti gli
interventi per la liberazione del sacerdote. Tra
le altre iniziative, Sua Beatitudine Emmanuel III
Delly ha incontrato il Primo Ministro iracheno per
cercare di trovare modi per favorire il ritorno di
padre Hanna.
L’Arcivescovo di Kirkuk – nel nord-est dell’Iraq
–, monsignor Louis Sako, ha lanciato un appello in
televisione chiedendo la liberazione del
sacerdote, e successivamente, in un’intervista
concessa ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, ha
descritto la commozione che l’accaduto aveva
provocato nella comunità cristiana.
Anche monsignor Phillipe Najeem, rappresentante
del Patriarcato caldeo di Baghdad presso la Santa
Sede, aveva lanciato da Roma un appello per la
liberazione (cfr. ZENIT, 25 agosto 2006).
Fonti religiose contattate da “Misna” nella
capitale irachena in questi ultimi giorni avevano
parlato apertamente del timore di trovare il
giovane padre Hanna “fra i tanti cadaveri
rinvenuti ogni giorno a Baghdad”.
Attraverso l’agenzia del Pontificio Istituto
Missioni Estere (PIME) “AsiaNews”, questo martedì
è stata diffusa la conferma, da parte della
nunziatura apostolica di Baghdad, della
liberazione del sacrdote, la cui madre si è recata
in fretta a Baghdad per riabbracciarlo.
Padre Hanna è responsabile della sezione teologica
del “Babel College” – che la Chiesa cattolica
dirige a Baghdad –, unica Università Teologica
Cristiana nel Paese.
La comunità cattolica caldea è la più grande
comunità cristiana in Iraq.
ZI06091206
BAGHDAD, martedì, 12 settembre 2006 (ZENIT.org).-
Il Patriarca di Babilonia dei Caldei ha confermato
che padre Saad Syrop Hanna, sequestrato il 15
agosto scorso a Baghdad, è stato rilasciato
lunedì.
“Padre Hanna sta bene, è a casa sua e adesso potrà
finalmente riprendere il suo lavoro nella
parrocchia di Baghdad”, ha dichiarato Sua
Beatitudine Emmanuel III Delly all’agenzia
missionaria ”Misna”. Non sono ancora note le
circostanze della liberazione.
“È stato liberato e sta bene, questa è l’unica
cosa che conta adesso”, ha sottolineato il
Patriarca caldeo esprimendo gioia per la “buona
notizia” e ringraziando “tutti coloro che si sono
mobilitati per arrivare al rilascio di padre
Hanna”.
Nella solennità mariana dell’Assunzione, il 15
agosto, padre Saad Syrop Hanna – di 34 anni –
stava tornando a casa dopo aver celebrato la Messa
nella chiesa di St. Jacob a Baghdad – nel
distretto di Al Dora – quando è stato fermato da
tre uomini armati.
Pochi giorni dopo, Benedetto XVI ha espresso la
sua vicinanza alla sofferenza delle vittime
irachene ed ha chiesto ai sequestratori la
liberazione del sacerdote.
Con il passare del tempo, la preoccupazione è
cresciuta nella comunità cristiana di Baghdad,
perché i sequestri che hanno coinvolto i religiosi
nel Paese sono sempre durati molto poco.
Subito dopo il sequestro, si sono succeduti gli
interventi per la liberazione del sacerdote. Tra
le altre iniziative, Sua Beatitudine Emmanuel III
Delly ha incontrato il Primo Ministro iracheno per
cercare di trovare modi per favorire il ritorno di
padre Hanna.
L’Arcivescovo di Kirkuk – nel nord-est dell’Iraq
–, monsignor Louis Sako, ha lanciato un appello in
televisione chiedendo la liberazione del
sacerdote, e successivamente, in un’intervista
concessa ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, ha
descritto la commozione che l’accaduto aveva
provocato nella comunità cristiana.
Anche monsignor Phillipe Najeem, rappresentante
del Patriarcato caldeo di Baghdad presso la Santa
Sede, aveva lanciato da Roma un appello per la
liberazione (cfr. ZENIT, 25 agosto 2006).
Fonti religiose contattate da “Misna” nella
capitale irachena in questi ultimi giorni avevano
parlato apertamente del timore di trovare il
giovane padre Hanna “fra i tanti cadaveri
rinvenuti ogni giorno a Baghdad”.
Attraverso l’agenzia del Pontificio Istituto
Missioni Estere (PIME) “AsiaNews”, questo martedì
è stata diffusa la conferma, da parte della
nunziatura apostolica di Baghdad, della
liberazione del sacrdote, la cui madre si è recata
in fretta a Baghdad per riabbracciarlo.
Padre Hanna è responsabile della sezione teologica
del “Babel College” – che la Chiesa cattolica
dirige a Baghdad –, unica Università Teologica
Cristiana nel Paese.
La comunità cattolica caldea è la più grande
comunità cristiana in Iraq.
ZI06091206
13.9.06
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